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TEATRO ARTE E SPETTACOLO S.C.A.R.L. |
COMUNICATO
STAMPA
:
ORGANIZZAZIONE
:
TEATRO ARTE E SPETTACOLO S.C.A.R.L.
ARS.CREATIV@ ASSOCIAZIONE CULTURALE
" BOLOGNA F.C. 1909 - 2009 "
Mostra Collettiva Fotografica di
Luigi
Dati
Roberto
Dovesi
Lorenzo Celleghini
Diana Trevisi
Adriana Velardi
Sabato 03 Ottobre 2009 - h. 18.00
Sala
Celeste
Via Castiglione 41 – Bologna – (Italy)
l'evento
rientra nella rassegna:
organizzazione:
Teatro Arte e Spettacolo Scarl
Ars.Creativ@
Associazione Culturale
in
collaborazione con
" BOLOGNA F.C. 1909 - 2009 "
di
LUIGI DATI
ROBERTO DOVESI
LORENZO CELLEGHINI
DIANA TREVISI
ADRIANA VELARDI
Nel lungo periodo che anche qui, all’ombra delle grandi utopie internazionali, ha visto avvicendarsi e tramontare forme di aggregazione e modelli di partecipazione sociale e civile apparentemente granitici, l’alchimia di questa identificazione misteriosa, per certi versi mistica, con i colori rossoblù, al di là di trionfi e catastrofi, rappresenta il filo rosso che tiene unite le vicende sociali e politiche della nostra comunità, ispirando una fedeltà quasi religiosa a quei “quattro matti che corrono dietro a una palla”.
Il calcio del Bologna Football Club dunque come nuovo strumento di ricreazione della laboriosa città di inizio secolo, ma anche come formidabile valore simbolico, portatore di un ecumenismo sorprendentemente terapeutico rispetto alle mille fratture di un tessuto sociale poco omogeneo, altrimenti assorbito nella monotona difesa di interessi particolari e corporativi, geneticamente negato a espressioni esuberanti e vitali di solidarietà organica.
L’accostamento con la dimensione religiosa e confessionale si rafforza nella partecipazione al rito domenicale della partita.
Dai Prati di Caprara, alla Cesoia, allo Sterlino, al Littoriale poi Comunale, va in scena, puntualmente, una liturgia che mescola persone, colori, speranze e insuccessi, che raccoglie e intreccia storie, illusioni, ideali di individui e gruppi, ma poi riconsegna a quegli undici officianti con la maglia rossoblù un paio d’ore di miracolosa e antica empatia.
Per quell’idea di bellezza, libertà, felicità, che la combinazione dei due colori magicamente incarna, e che il goal o la vittoria ha solo la forza di sublimare in un orgasmo collettivo, abbandono tra abbracci e urla fuori dal tempo.
Non sappiamo se l’attrazione fatale tra il Bologna F.C. e la sua gente sia la semplice declinazione locale di quel mix di passione e emozioni che lega i propri tifosi alle squadre di calcio di tutto il mondo.
E forse non è nemmeno importante stabilirlo.
Quello che troviamo piacevolmente rassicurante è che tra le mille vicende quotidiane di persone fisicamente lontane, nello spazio caotico delle nostre relazioni di identità adulta, al lavoro o in famiglia, tra i banchi di un mercato o da un letto di dolore, per strada tra la gente o nel privato della nostra solitudine, basta un’ immagine, una sciarpa, un berretto, qualunque oggetto di uso comune che richiami, anche casualmente, l’alchemico abbinamento del rosso e del blu, per risvegliare quel naturale senso di colleganza, di sospensione dalla realtà nell’ appartenenza privilegiata a un immaginario simbolico speciale, che custodiamo gelosamente.
E che nessun fallimento societario, retrocessione sportiva, crisi storica contingente del club possono minimamente disperdere.
Grazie allora alla grande intuizione di Emilio Arnstein, giovane boemo giramondo che si mise in testa di portare il calcio a Bologna.
E a quel manipolo di giovanotti che il 3 ottobre di cento anni fa, presso la birreria Ronzani di via Spaderie, diedero forma a quel sogno, fondando il Bologna Foot Ball Club, come sezione “per le esercitazioni di sport in campo aperto” del Circolo Turistico Bolognese.
C’era un odontoiatra svizzero, Louis Rauch, poi eletto presidente e trainer, due studenti del Collegio di Spagna, Rivas e Antonio Bernabeu (fratello di Santiago, presidente del Real Madrid), a testimoniarci di quella vivace atmosfera internazionale che si respirava in città ancora ad inizio secolo.
E poi i fratelli Gradi ( Arrigo introdusse come divisa da gioco la maglia a scacchi, poi a strisce, rossoblù, retaggio del collegio svizzero Shoenberg di Rossbach nel quale aveva studiato), Martelli, Puntoni, Nanni, Della Valle, Penaglia, Emilio e Angiolino Badini.
Grazie a tutti quelli che in questo secolo hanno mandato Bologna in Paradiso, anche a dispetto dei santi; da Angiolino Schiavio a Ermanno Felsner, da Arpad Weisz a Amedeo Biavati, a Renato Dall’Ara,“Fuffo” Bernardini, Giacomino Bulgarelli, Ezio Pascutti, Beppe Savoldi, Roberto Mancini, Roby Baggio, Beppe Signori, Marco Di Vaio e tutti gli altri.
Nessun rancore per i tanti che sul campo o dietro la scrivania hanno provato troppo spesso a ricacciarlo all’inferno.
A tutti, ma proprio tutti, il riconoscimento di una funzione essenziale e meritoria: avere alimentato e continuare ad alimentare una delle poche zone libere e non inquinate del nostro immaginario.
(Marco Ferrari)
I FOTOGRAFI
LUIGI DATI | ROBERTO DOVESI | LORENZO CELLEGHINI | DIANA TREVISI | ADRIANA VELARDI
Presentazione Mostra
Inaugurazione mostra
Per maggiori informazioni:
www.teatroartespettacolo.com
tas.piccolascarl@tiscali.it
www.ars-creativa.it
ars.creativ@tiscali.it